Primi giorni in Giamaica

Dopo il viaggio a Cuba sono volato in Giamaica per trascorrere 5 settimane. L’impatto con la Giamaica non è proprio una carezza per chi viaggia da solo e per la prima volta. Dopo il trasferimento dall’aeroporto di Kingston alla casa affittata nei pressi di Port Antonio, nel nord est dell’isola, il primo giorno in città è stato caratterizzato fondamentalmente da decine di persone che si accollavano per chiedere, in un modo o nell’altro, soldi: dal suonatore di musica reggae al venditore di qualsiasi cosa. Non pericolosamente, però. E poi già al terzo giorno si comincia a prendere confidenza col fenomeno e certe pressioni sono minori.

Ci si muove con i route-taxi, semplici macchine che portano fino a 6 passeggeri. Li usano in molti anche per andare a scuola e al lavoro. La strada fino a Port Antonio è stretta e tortuosa, con tratti nella foresta, e pedoni e ciclisti sono continuamente a rischio, anche se sono tantissimi e le auto sembra ne tengano conto.
Lungo la strada si intravedono tratti di costa incantevoli, sicuramente da approfondire, anche se più di uno con ingresso a pagamento.

Il saluto. Salutare è molto importante in Giamaica, e a parte nel caos della città i passanti si salutano ad ogni incontro o scambio di sguardi, e pretendono lo stesso anche dai turisti. Ci si saluta con un semplice “Ya man“, a volte anche con le donne.

La casa dei primi tre giorni era una villetta con giardino, veramente bella ma purtroppo in una zona di Fairy Hill senza connessione internet. Per questo dopo vari (e vani) tentativi, il trasferimento al vicino Mikuzi Cottage, una specie di campeggio con bungalow coloratissimi in pieno stile giamaicano. La prima notte, fortunatamente anche l’ultima, è stata in un bungalow tre metri per tre senza luce e con la porta semichiusa tanto da far entrare migliaia di zanzare e un topo. Bagni di fortuna e all’aperto.
Dalla notte successiva nuovo cottage, questo più spazioso, con la luce, un bagno privato, un paio di mensole e un tavolino. Sempre naturalmente in legno e dai colori sgargianti, sistemazione non male davvero, con il ragazzo che gestisce la struttura che cucina anche ottimi piatti.

La prima casa
La prima casa
La seconda casa
La seconda casa